mercoledì 18 aprile 2012

Dipendenza da cibo, come con droga e gioco d'azzardo

Viviamo in un era senza precedenti, per migliaia di anni l'uomo ha condotto la sua vita patendo fame e carestie, mentre nel mondo odierno ed in particolare nel mondo industrializzato la disponibilità di cibo supera di molto la quantità di cibo di cui avremmo veramente bisogno.
La disponibilità eccessiva di cibo ha dato, negli anni, sempre più spazio al dilagare delle patologie metaboliche e cardiovascolari legate all'eccesso di tessuto adiposo (diabete, sindrome metabolica, obesità, Morbo di Chron, Colite ulcerosa, tumori).
L'obesità non è però solo di origine genetica (il dna umano è programmato per la sintesi di tessuti energetici di riserva, capacità finalizzata alla sopravvivenza da ormai migliaia di anni), ma è anche basata su una componente psicologica importante: cibo come gesto d'affetto, cibo come soddisfazione emotiva e gratificazione.
Ma cosa ne pensano psichiatri ed endocrinologi? E quali sono i sintomi della dipendenza!

Le Dott.sse Barbara Cresci e Laura Pala endocrinologhe dell'Ospedale Universitario di Careggi, Firenze, sottolineano come l'assunzione di cibo sia appunto regolata su vari livelli:
- regolazione cerebrale (Ipotalamo);
- regolazione gastrointestinale (molecole prodotte dagli organi forniscono informazioni alle cellule cerebrali)

Lo psichiatria (Dott. Valdo Ricca) illustra come recenti studi scientifici dimostrino come la componente cerebrale abbia un ruolo importante nello scatenamento di meccanismi mentali che portino a comportamenti sregolati nei confronti del cibo; sottolinea come, nella maggior parte degli obesi si riscontri una componente ansiosa o depressiva (legame dimostrato anche da uno studio importante pubblicato su Nutrition and Health 2012 che ha confermato, dopo aver seguito le abitudini di quasi 500 persone per circa 6 anni, una componente depressiva dietro il consumatori abituali di prodotti da fast food, ma è la depressione che porta al fast food o il cibo spazzatura che porta alla depressione? questo non è ancora chiarito, è certa comunque l'esistenza di un legame tra i due fattori ).


Il meccanismo principe è la mancanza di efficacia, a livello cerebrale, del sistema della ricompensa.

I sintomi:

- fare del cibo un pensiero ossessivo;
- mangiare senza più riconoscere le sensazioni di fame e sazietà;
- mangiare da soli grandi quantità di cibo, piccole quantità invece davanti ad altre persone;
- mangiare velocemente;
- desiderare in maniera continuative e intensa di assumere cibo;
- mancanza di piena soddisfazione dopo il pasto e peggioramento dell'umore per vergogna, dolore addominale, sonnolenza (sintomi più evidenti negli obesi, meno nei sovrappeso)

Alcuni casi sono veramente subdoli, il soggetto combatte quotidianamente con la voglia di cibo che compensa con attività fisica o digiuni.

La terapia:
I farmaci antidepressivi o farmaci per la bulimia classica non sono efficaci e la terapia dietetica può avere successo solo inizialmente, mentre possono rivelarsi utili i farmaci per il controllo dell'appetito e della voracità (agonisti della dopamina) e ai farmaci ovviamente va sempre abbinata la psicoterapia.
  

Nessun commento:

Posta un commento