Dal recentissimo studio di Obesity 2011...
...i programmi nutrizionali sono veramente in grado di influire sugli episodi di "Craving" (volontà estrema di un particolare cibo alla quale non si riesce a resistere), sull'appetito e sulle preferenze alimentari? E' proprio questa la domanda alla quale hanno cercato di dare una risposta gli autori dello studio.
Prima però una premessa sul Craving, questo fenomeno è molto frequente, si manifesta dal 58% al 97% degli adulti del Nord America e Nuova Zelanda, fino ad arrivare a 2-4 episodi settimanali; gli episodi di "craving" possono peggiorare la situazione di donne con diagnosi di bulimia nervosa e influiscono comunque sull'Indice di Massa Corporea dei Diabetici di tipo 2 e, quando riguardano specificatamente alimenti molto grassi, sul favoreggiamento dell'obesità.
Non solo, ovviamente sono anche connessi all'abbandono di programmi nutrizionali ipocalorici, sebbene in alcuni studi la scienza dichiari che siano proprio questi ad aumentare l'incidenza del Craving.
Secondo lo studio gli schemi nutrizionali ad alto apporto proteico e a ridotto apporto di carboidrati risulterebbero avere un effetto "saziante" sull'individuo a dieta e promettono oltretutto più probabilità di perdere peso rispetto a tutti quegli schemi a ridotto apporto di grassi.
Gli autori vogliono proprio dimostrare questa ipotesi, ancora non confermata dal mondo scientifico.
270 partecipanti obesi seguiti per 2 anni e mezzo; 134 vengono sottoposti ad uno schema nutrizionale a ridotto apporto di carboidrati e 136 ad un altro a ridotto apporto di grassi.
I risultati?
- Per la maggior parte dei soggetti che avevano ridotto i carboidrati gli studiosi hanno notato una riduzione del "craving" per i prodotti del fast food e dolciumi, in misura maggiore negli uomini rispetto alle donne.
- la diminuzione della sensazione di fame è avvenuta per entrambi i gruppi al dodicesimo mese, in misura maggiore per gli uomini;
- La perdita di peso è stata del 7.8%, 11.3%, 10.6%, 9.0% e 7.2% in corrispondenza del mese num. 3, 6, 12, 18, 24 senza differenze significative nei due gruppi.
Si conclude che se confermato da altri studi scientifici, lo schema dietetico a ridotto apporto di carboidrati sarebbe più semplice da seguire proprio perchè favorirebbe l'aderenza al programma riducendo le voglie di cibi ad alto apporto calorico, entrambi i percorsi hanno comunque ugualmente avuto successo nel ridurre il peso corporeo.
Sarebbe stato interessante studiare anche i cambiamenti a livello di composizione corporea per capire se uno dei due gruppi avrebbe perso più massa grassa rispetto all'altro, per il momento non abbiamo risposte. Comunque, anche se non ha valenza scientifica, dall'esperienza in studio ho potuto notare un' efficienza particolare dello schema a ridotto apporto di carboidrati nella perdita selettiva della massa grassa confermando anche l'aderenza al programma. Aspettiamo quindi nuovi risvolti chiarificatori :).
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