venerdì 14 dicembre 2012

Il melograno, frutto rivitalizzante

Si consiglia di assumerlo a colazione, quando i processi depurativi del tuo organismo sono ancora operanti.

Da twitter mi consigliano questa ricetta, che mi ricorda l'utilizzo del melograno a tavola, frutto dalle svariate proprietà benefiche tra le quali abbiamo:

- Azione favorente l'attività intestinale;
- Azione gastroprotettiva;
- Forte funzio
ne antiossidante;
- Preventivo per artrite;
- Coadiuvante cistiti e prostatiti;
- Controllo pH urina e saliva
- Preventivo per osteoporosi;
- Effetto tonificante.



Cit. Twitter "una ricetta detox insalata siciliana: spicchi d'arancia al vivo, lamelle di finocchi e melograno"
Grazie a Violetta Candita

giovedì 13 dicembre 2012

Dieta a Natale? No. Ma con il tutorial mantieni la linea!

Se non hai ancora ordinato il tuo tutorial, invia una mail all'indirizzo dietistapierantozzi@libero.it
e mantieni la linea anche durante le feste!

martedì 11 dicembre 2012

Tutorial "A Natale resta in forma"

Stai seguendo uno stile nutrizionale dietetico che ti sta dando molte soddisfazioni ma sta per arrivare il Natale e hai paura di rendere vano il tuo percorso riprendendo i chili persi?

Per mantenere il peso forma sarà sufficiente seguire se
mplici consigli senza per forza scegliere tra le tradizioni culinarie e la tua forma fisica.

Presto sarà disponibile il TUTORIAL "A Natale resta in forma"!

- per mantenere i progressi raggiunti in termini di centimetri e chilogrammi di massa grassa finora eliminati;
- per goderti le cene e i pranzi del periodo natalizio e recuperare dagli eccessi calorici nei giorni successivi con i menu' di recupero consigliati;
- e se vorrai, per continuare a perdere peso anche durante le vacanze di natale.

Il tutorial comprenderà:
- i consigli della dietista per ridurre al massimo gli eccessi calorici;
- i consigli per il recupero + 3 esempi di menu' detossinanti per i giorni prima e dopo le festività: le porzioni consigliate saranno differenziate in base al sesso (per mantenimento);
- i consigli per continuare a perdere peso nonostante le festività (per dimagrimento)
- l'elenco "alimenti e bevande consigliati" (per mantenimento).

Costi:
- gratuito se sei già cliente;
- 5 euro se sei fan della pagina facebook;
- 10 euro se sei fan esterno.
Per ordinarlo invia una mail all'indirizzo dietistapierantozzi@libero.it

giovedì 25 ottobre 2012

Dieta BilanciaTa

La bilancia risveglia sempre in noi sentimenti negativi come ansia e frustrazione, è la co-responsabile di molti fallimenti perchè quando l'ago non scende pensi sempre di aver fallito o di aver sbagliato qualcosa: sarà colpa dell'assaggio di gelato a cui non ho resistito l'altro giorno? o della cena di lavoro della scorsa settimana?

Ma è proprio vero che, quando l'ago non scende non ci sia dimagrimento?
La risposta è NO
Il peso che le bilance rilevano, comprende non solo la massa grassa ma anche tutti gli altri compartimenti corporei, bisogna quindi tenere conto che ogni incremento di peso o assenza di dimagrimento potrebbe essere dovuto a 3 principali fattori:

E' sempre consigliabile infatti non gettare la spugna alla prima pesata infruttuosa, soprattutto se hai abbinato ad un regime dietetico ipocalorico l'inizio di un attività fisica (incremento di massa magra), ma attendi almeno 2 settimane, in modo tale che qualsiasi sia la reale causa la tua bilancia possa rilevare anche la perdita di chilogrammi di massa grassa.
La bilancia potrebbe non individuare un incremento di un chilo di massa magra insieme alla perdita di un chilo di massa grassa, lei ragiona solo in termini quantitativi e 1-1 per lei è sempre 0 (l'ago rimane li nonostante la perdita di un chilo di massa grassa).

Se hai scelto un dietista al quale affidare il tuo percorso di dimagrimento, dotato in particolare di bioimpedenziometro (analisi della composizione corporea) allora sei fortunato/a, perchè ad ogni controllo potrai andare oltre le lacune della bilancia di casa e stimare con precisione quanta massa grassa hai perso e individuare le eventuali cause (ritenzione, incremento massa magra) che impediscono all'ago della tua bilancia di posarsi sul numero che più ti piace.

mercoledì 19 settembre 2012

Calorie nascoste




Per ogni caffè una bustina di zucchero? che sia di canna o raffinato le calorie sono le stesse e possono essere legate ad un dimagrimento troppo lento o assente.

quante calorie assumiamo con 4 caffè zuccherati al gio
rno?
Le bustine di zucchero contengono in media 5-7 gr di prodotto
4 caffè dolcificati con 7 gr di zucchero/z.di canna apportano circa 110 Kcal
4 caffè dolcificati con 5 gr di zucchero/z.di canna apportano circa 78 Kcal

Se prendessimo solo 2 bustine al giorno evitando i restanti caffè o dolcificandoli con prodotto "naturale" (ora abbiamo i dolcificanti a base di Stevia, naturali al 100% che ci permettono di evitare composti chimici e calorie) risparmieremmo dalle 15000 alle 20000 calorie all'anno.
Amanti del caffè attenzione alle calorie nascoste!

mercoledì 5 settembre 2012

Frutti tropicali : l' Açai

Dal Sud America un frutto tropicale dalle numerose proprietà, venduto ormai da anni in tutto il mondo è divenuto oggetto di diversi studi scientifici, ma quali sono di preciso le sue tanto decantate proprietà e quali tra queste sono realmente dimostrate dalla scienza?
L' Açai (pronuncia: "assai") veniva utilizzato dalle popolazioni indigene per alcune proprietà medicali e rappresenta la principale fonte alimentare delle popolazioni native del Brasile, della Colombia e della Repubblica Suriname (nella foto alcune donne di un villaggio di Suriname).
Il frutto viene prodotto da una palma tipica del territorio; 100 gr di Açai apportano :
45 Kcal
88,4 gr di acqua
0 gr di proteine
0 gr di grassi
10,98 gr di carboidrati di cui 10,57 sono zuccheri semplici

Ed ecco le proprietà legate al consumo quotidiano di Açai:

- riduzione del colesterolo totale e LDL;
- riduzione dello stress ossidativo per potenziamento difese antiossidanti;
- stimolazione sistema immunitario;
- attività antiinfiammatoria.

Gli iniziali studi sui ratti dimostrarono subito un effetto ipocolesterolemizzante, riguardante sia il livello totale di colesterolo sia il livello di LDL (low-density-lipoprotein), ad oggi studi sull'uomo stanno dimostrando i medesimi effetti.
L'ottimo contenuto di antocianine (la stessa classe di molecole contenute nei frutti di bosco di cui il frutto riprende la colorazione) e polifenoli (antiossidanti contenuti anche nell'olio d'oliva e nel vino rosso) garantisce un forte potere antiossidante capace potenzialmente di ridurre l'attività radicalica di enzimi come la Superossidodismutasi e la Catalasi; alcuni studi hanno dimostrato che la particolare associazione tra antocianine e polifenoli potenzi ancor più la proprietà antiossidante e antiinfiammatoria del frutto.

A cosa quindi fare attenzione?
C'è ancora molto da scoprire, soprattutto a livello molecolare; ci sono già stati studi che hanno indagato un possibile effetto cancerogeno conseguente all'utilizzo quotidiano dell'Açai, studi eseguiti sui ratti che si sono conclusi con l'assoluzione del frutto; per ciò che riguarda le molecole antiossidanti alcune ricerche sono discordanti sull'identificazione della molecola responsabile maggiormente del potere antiradicalico del frutto, alcuni sostengono sia la Cianidina-3-Glucoside, altri invece rispondono sostenendo che tale molecola rappresenti solo meno del 10% del contributo antiossidante totale del frutto.

Conclusione
Per ciò che riguarda il frutto e tutti i risultati scientifici finora accumulati, l'Açai potrebbe essere considerato un alimento funzionale quasi terapeutico, ma sonno troppo scarsi i dati a disposizione, soprattutto quelli relativi al consumo umano.
inoltre il commercio spasmodico del frutto come rimedio miracoloso al sovrappeso e all'obesità andrebbe attentamente indagato, per evitare situazioni che mettono a rischio la salute della popolazione; ecco ad esempio cosa è accaduto con un prodotto a base di Açai: la Food and Drug Amministration ha messo in guardia i cittadini dall'utilizzo di questo prodotto 
nella cui composizione chimica è stata ritrovata la Sibutramina, farmaco antiobesità dai dimostrati effetti ipertensivi, effetti collaterali potenzialmente letali per persone a rischio di infarto e ictus o che hanno già subito episodi cardiovascolari. Ecco la travagliata storia del farmaco, ripetutamente immesso e tolto dal mercato farmaceutico proprio a causa dei pesanti effetti collaterali http://it.wikipedia.org/wiki/Sibutramina
Attenzione quindi ai prodotti presenti sul mercato, spacciati per naturali ma che contengono in realtà sostanze  farmacologiche non dichiarate in etichetta.

Il dimagrimento resta sempre la vittoria di una battaglia ai nostri personali meccanismi mentali, una battaglia che si svolge nella nostra testa e che può essere vinta solo utilizzando 2 armi, consapevolezza e volontà, entrambe non si acquistano devono solo essere cercate e trovate dentro di noi.

Fonte scientifica: 

Exotic Fruits as Therapeutic Complements for Diabetes, Obesity
and Metabolic Syndrome
Samir Devalaraja, Shalini Jain, and Hariom Yadav1
Food Res Int. 2011 August 1; 44(7): 1856–1865. doi:10.1016/j.foodres.2011.04.008.

giovedì 30 agosto 2012

Tessuto adiposo, insulina e diabete


Diabete di tipo 2 e sovrappeso sono purtroppo sempre più legati, soprattutto nei paesi industrializzati: l’eccesso di tessuto adiposo infatti è uno dei maggiori responsabili dell’inefficacia dell’attività insulinica (resistenza insulinica), diventata ormai a tutti gli effetti un problema di salute pubblica di importanza mondiale.
L’insulina è l’ormone che permette l’utilizzo del glucosio sanguigno abbassandone i livelli dopo i pasti e mediando il suo passaggio all’interno delle cellule, ma veniamo al tessuto adiposo, siamo abituati a pensare all’adipe come ad un tessuto inerte responsabile solo dei nostri inestetismi ma non è così, le cellule adipose sono cellule attive che a loro volta rilasciano ormoni e molecole pro infiammatorie come le interleuchine 1 e 6 che vanno appunto ad interferire sulla normale attività ipoglicemizzante dell’insulina.
Una motivazione in più per tenere sotto controllo la quantità di tessuto adiposo, evitando soprattutto le adiposità tipiche maschili concentrate sull’addome che incrementano, più delle adiposità tipiche femminili (fianchi e glutei), il rischio di patologie cardiovascolari e diabete tipo 2.

La glicemia quindi deve essere sempre tenuta sotto controllo al fine di:
-         -  ridurre l’incremento di massa grassa;
-         - ridurre la secrezione continua di insulina;
-         - controllare i livelli di colesterolo;

Il tutto attraverso una nutrizione basata su:
-         - prodotti integrali;
-      - corretta quantità di fibre (5 porzioni di frutta e verdura giornaliere);
-  - controllo dell’introito calorico per il mantenimento del peso forma;

E ultima ma di uguale importanza, l’attività fisica costante.

mercoledì 29 agosto 2012

La dietista torna da te


Dopo una piccola pausa estiva torno da te caro lettore, per continuare a consigliarti e guidarti  verso uno stile nutrizionale più sano e consapevole. Ricordo che per domande che richiedono brevi risposte hai a disposizione la mini-chat alla tua sinistra, mentre per consulenze gratuite via mail o richiesta di appuntamenti, o ancora per l’acquisto di una dieta da ricevere via mail hai a disposizione l’indirizzo dietistapierantozzi@libero.it

Buona navigazione dalla tua Dietista Online!

mercoledì 25 luglio 2012

Alga Nori Alga Kombu

Le alghe sono entrate a far parte della nostra alimentazione, entrate di soppiatto nel tuo stomaco durante le occasionali cene a base di sushi quando, mentre osservi il cuore di un Sushimaki quasi non fai caso all'involucro scuro che lo avvolge. Quella che hai ingerito, quasi senza accorgertene è la famosa alga Nori, reperibile ormai anche nei supermercati in comodi fogli pronti all'uso, considerati solo "involucri" utili alla preparazione di ottimi Sushimaki ma che invece rappresentano un ingrediente speciale, ricco di proprietà nutritive.
Le vitamine, i sali minerali e non solo, anche gli acidi grassi omega 3 e omega 6 contenuti in questo tipo di alga contribuiscono a rendere il pasto un vero e proprio concentrato di nutrienti, considerando poi che si abbina nella maggior parte dei casi a salmone, tonno e altre fonti ittiche che ne contengono a loro volta.
100 gr di alga Nori contengono più vitamina C di quella contenuta in 100 gr di arance e un quantitativo di vitamina A paragonabile a quella contenuta in 100 gr di carote; l'ottimo contenuto di iodio le rende dei validi integratori capaci di allontanarti dal rischio di ipotiroidismo da carenza di tale elemento e l'apporto zinco, selenio, rame e manganese fortifica molti processi metabolici tra i quali le attività anti radicali liberi di natura enzimatica; inoltre un buon contenuto di glicina contribuisce ad un buon funzionamento del sistema immunitario (azione amplificata dalla presenza di vitamina C).

gli omega 3 contenuti nell'alga svolgono attività antiaggregante, antiinfiammatoria (viene infatti consigliata in caso di artrite) e di prevenzione degli eventi cardiocircolatori.

E l'alga Kombu?

Sebbene meno utilizzata, non ha nulla da invidiare alla Nori, contiene acido alginico con funzionalità disintossicante dell'intestino e anti stipsi (polissacaraide non digeribile che forma un gel nell'intestino capace di attrarre ed eliminare con sè molte tossine), laminarina dotata di un terzo dell'attività anticoagulante dell'eparina e ad attività ipocolesterolemizzante, mannitolo diuretico e reidratante ed infine lo iodio che offre un importante protezione dalla carenza a cui, in Italia, siamo esposti proprio a causa del terreno povero di iodio (i cinesi l'hanno utilizzata per decenni per la cura del gozzo endemico). E poi tanti minerali come calcio, ferro e il magnesio regolatore della pressione sanguigna.

In estremo oriente queste alghe sono consumate regolarmente, spesso i bambini le sgranocchiano semplicemente sottoforma di frittelle, mentre gli adulti le inseriscono in zuppe, brodi oppure servita come piccolo accompagnamento al pasto per rinforzare l'intestino.
Beh direi ... un sushimaki al giorno toglie il medico di torno!

venerdì 20 luglio 2012

La ricetta del dimagrimento


Se ad estate inoltrata corri ancora in cerca del peso forma, o ancora non sai che fare dei tuoi chili di troppo, qualsiasi scelta tu abbia fatto non importa, il cibo continua inesorabilmente a far parte del quotidiano e il compagno che non devi mai trascurare è il tuo metabolismo.
Tutti sappiamo che avere un metabolismo veloce è un dono prezioso, pochi però sanno che si può benissimo evitarne il rallentamento e potenziarne la velocità, spesso rassegnati dalla convinzione che la lentezza del proprio metabolismo sia una condizione innata da dover per forza accettare, quasi una maledizione divina da trascinarsi dietro per tutta la vita.
Prima di tuffarci tra i segreti della velocizzazione metabolica, vorrei chiarire il concetto di “metabolismo basale” terminologia utilizzata per indicare la quantità calorica minima necessaria a mantenere in vita un soggetto in posizione supina, a riposo assoluto, in condizioni ambientali neutre (temperatura, pressione); se a questa quota calorica minima si aggiunge il costo calorico dei nostri movimenti quotidiani, dello sport e della digestione degli alimenti si ottiene il nostro consumo calorico totale ossia il “fabbisogno calorico giornaliero”.
Sono tante, spesso troppe le diete su riviste e web, nemiche del metabolismo: seguire, anche solo per giorni, uno stile alimentare dietetico che non provveda quotidianamente a soddisfare il metabolismo basale provoca, l’innesco di un vero e proprio processo di adattamento che si traduce nella riduzione del consumo calorico di base; la prima regola è quindi quella di tenere alla lontana questi schemi dietetici assolutamente inappropriati e non personalizzati. 
Entriamo quindi ancora più a fondo nell’argomento, scoprendo insieme le metodiche pratiche che possono regalarci un metabolismo favorevole alla perdita di peso:



martedì 10 luglio 2012

Tra scienza e diligenza: carne rossa, come comportarsi?


L'American Journal of Clinical Nutrition pubblica uno studio scientifico eseguito su soggetti con ipercolesterolemia, che dimostra come la carne rossa (demonizzata ormai da molti) possa far parte di un regime alimentare per la riduzione del colesterolo, a patto che non si superi la soglia massima di acidi grassi saturi pari al 7% delle calorie giornaliere.
Il senso dello studio è quello di rompere le basi della demonizzazione di alcuni alimenti, in questo caso la carne rossa, la cui quantità controllata giornaliera non sembrerebbe ostacolare la riduzione del colesterolo, a patto che appunto si rispetti il limite previsto per l'assunzione di grassi animali.
Nello studio, la dieta che ha prodotto più risultati dal punto di vista della riduzione della colesterolemia e dell'Ldl prevedeva L'assunzione giornaliera di 113 gr di carne rossa (comprende sia quella magra che grassa).
Da non dimenticare che il primo nemico del colesterolo resta il superamento del proprio fabbisogno calorico giornaliero, ossia assumere quotidianamente più calorie di quelle che servono in realtà e per controllare tale fattore tutti noi dovremmo essere a conoscenza delle nostre personali porzioni alimentari!
da dietista continuerò a consigliare di limitare il consumo di carne rossa ad una sola volta a settimana, semplicemente perchè tradurre nella pratica e soprattutto nelle nostre cucine o peggio ancora, in ristoranti e mense, i regimi dietetici "al grammo" di questo studio è pura utopia.


La morale

 Demonizzare gli alimenti solo quando necessità patologiche lo rendono necessario, per il resto i compagni che ci guidano verso un'alimentazione salutare rimangono "l'equilibrio" e la "varietà".

sabato 7 luglio 2012

Celiachia: i sintomi trascurati

Considerata solamente trent'anni fa una malattia rara, oggi rappresenta una delle condizioni patologiche autoimmunitarie più frequenti, si stima infatti che in Italia ci siano circa 200.000 celiaci e che abbiamo un nuovo soggetto celiaco ogni 100 abitanti; ma cosa avviene nell'organismo dei celiaci, quali sono i sintomi spesso trascurati e come si arriva alla diagnosi?

La celiachia è la reazione del nostro sistema immunitario ad una proteina contenuta nell'amido, la Gliadina. La celiachia può manifestarsi con sintomi differenti, più chiari ed evidenti in alcuni individui, meno chiari e quasi subdoli in altri individui.

Prendiamo 3 soggetti (soggetto A, soggetto B, soggetto C) su ognuno dei quali costruisco una storia rappresentativa dei 3 differenti quadri sintomatologici della celiachia.

Il soggetto A : da qualche mese accusa episodi ricorrenti di diarrea e perdita di peso, addome globoso, anemia che non risponde al trattamento con ferro per via orale, così il medico di famiglia prescrive gli esami del sangue per rilevare eventuali alterazioni dei livelli degli anticorpi contro la proteina (AGA- anticorpi anti gliadina e anti-tTG anticorpi anti Transglutaminasi tissutale), il soggetto risulta positivo al test e procede alla conferma diagnostica attraverso la biopsia intestinale (lo scopo è dimostrare l'appiattimento dei villi intestinali). L'appiattimento dei villi intestinali è conseguenza dell'attività del sistema immunitario e provoca il malassorbimento classico del celiaco responsabile dell'anemia, della diarrea e di tutta la sintomatologia celiaca.




Nella figura in basso a sinistra i villi intestinali di un soggetto sano, nella figura di destra i villi appiattiti di un soggetto celiaco.

Il soggetto B non ha apparentemente motivo di preoccuparsi, l'attività intestinale è regolare (solo nel 35 % dei casi è presente diarrea), il suo problema è solo il meteorismo insieme a strani dolori addominali ricorrenti, sintomi come la stanchezza cronica e i dolori muscolari/ articolari li attribuisce allo stress, stesso discorso per le afte che ogni tanto compaiono nel cavo orale. Chi penserebbe alla celiachia? Forse un medico di famiglia dall'occhio attento, che attraverso degli esami del sangue (presenza nel 40 % dei casi di ipertransaminasemia) invia il soggetto ai dovuti accertamenti clinici; il soggetto si ritrova spesso con dei villi meno sviluppati rispetto a quelli dei soggetti sani me nemmeno appiattiti come quelli dei soggetti celiaci (a seconda dell'entità del danno intestinale si procederà con l'eliminazione parziale o totale del glutine dalla dieta).

Il soggetto C invece  non ha nessun sintomo (Celiachia latente), i villi intestinali sono ancora normali ma nel siero sono già presenti gli anticorpi classici della celiachia, la malattia non si è ancora manifestata.





I soggetti B e C sono purtroppo molti di più rispetto ai soggetti A (prevalentemente bambini), si prende come riferimento la figura di un iceberg, la cui punta rappresenta i casi diagnosticati, mentre il fondo sommerso è rappresentativo dei soggetti B e C, che ancora non associano i loro sintomi alla celiachia o che non hanno ancora manifestato nessun sintomo.



martedì 19 giugno 2012

Una ricetta super-salutare pensata per i "pastalovers" !


Per gli amanti della pasta, per tutti quelli che non si stancherebbero mai di mangiarla, anche a cena, ecco un mix leggermente proteico compatibile con un menu' dietetico serale.

Dal punto di vista calorico è l'ideale per le donne, apporta infatti 520 Kcal, circa il 30% delle calorie giornaliere (sconsigliata però se ci si corica meno di 2 ore dopo il pasto).



Dosi per una persona :
(la pesata va effettuata a crudo)

- 60 gr pasta 
- 40 gr di salmone
- 70 gr di cavolo verde surgelato
- 100 gr di ceci 
- 2 cucchiaini da caffè di olio evo
- scalogno (oppure aglio e cipolla)

Proprietà:

Questa ricetta apporta vitamina C (cavolo verde), omega 3 (salmone), polifenoli, vitamina E (olio evo), carotenoidi (cavolo verde), fibre (cavolo verde e ceci), ed è ipocolesterolemizzante (scalogno, aglio, cipolla, ceci), antiinfiammatoria e antitumorale (utilizzo di aglio, cipolla, scalogno).
Insomma tanta tanta salute insieme al gusto della pasta e degli ingredienti elencati.



Procedimento:
mentre l'acqua bolle, preparate lo scalogno in una padella con i 2 cucchiaini di olio evo, fate soffriggere per un pò, poi aggiungere il cavolo verde surgelato e aggiungete un pò d'acqua (come si farebbe per la mantecatura di un risotto), evitando la bollitura il cavolo mantiene più facilmente il suo contenuto vitaminico e antiossidante.
Quando il cavolo è quasi completamente cotto, aggiungere i ceci e il salmone aggiungendo anche un goccio di vino bianco e un pizzico di sale, lasciar cuocere per una decina di minuti aggiungendo acqua all'occorrenza (l'ultimo bicchiere da aggiungere dovrebbe essere riempito di acqua di cottura, per amalgamare meglio gli ingredienti alla pasta).
Quando la pasta è cotta saltare tutto in padella, con un pizzico di pepe. Buon appetito!

Grazie a piccantisaporispeziati.blogspot.it che mi ha confermato la fattibilità del mix di questi sani ingredienti e fornito una foto dimostrativa :)

I germogli di frumento

Per 100 gr di prodotto assumiamo quantità più o meno abbondanti di vitamine A, K, Vitamina E, vitamine del gruppo B tra le quali anche Acido Folico, sali minerali come Magnesio, Rame, Selenio, Zinco, Ferro, Calcio, Potassio, alcuni amminoacidi ramificati (isoleucina, vaina, alanina) che durante l'attività fisica favoriscono il potenziamento muscolare, molte fibre (17,7 gr) utili al mantenimento dell'omeostasi intestinale.

Quali sono quindi i benefici apportati dai germogli?


- controllo colesterolo e triglieridi;
- mantenimento di una flora batterica sana;
- preservazione massa magra durante l'attività fisica;
- Integrazione di ferro, selenio e numerosi minerali;
- Integrazione vitaminica;
- Assunzione di omega 3 per la prevenzione cardiovascolare (50 mg ogni 100 gr).

Tutorial: La produzione casalinga di germogli di grano.

Nota: per il contenuto di Nickel i germogli sono sconsigliati dalla dieta degli allergici a questo minerale.



lunedì 18 giugno 2012

Il Selenio, gli integratori sono veramente sicuri?

Per anni medici e dietisti ne hanno parlato sfoggiandone i benefici, oggi la scienza rimette tutto in discussione: alcuni studi infatti sembrano dimostrare che integrazioni esterne di Selenio (spesso sono integratori per migliorare l'abbronzatura e potenziare le difese antiossidanti della pelle contro i raggi UV) possano essere correlati a potenziali effetti tossici, secondo lo studio pubblicato nel 2010 su Bmc Public Health sarebbe sufficiente la quantità di Selenio abitualmente assunta dall'italiano medio (30-50 mcg) mentre in alcuni integratori il dosaggio consigliato ne contiene già circa 50 mcg che andrebbero a sommarsi alla dose assunta quotidianamente dagli alimenti.
Ma c'è davvero da preoccuparsi?
Secondo la letteratura scientifica degli ultimi anni, la tossicità da Selenio si sarebbe manifestata solo in rari casi:
- 13 casi negli Stati Uniti:  a causa di un integratore dietetico, i soggetti avevano superato la dose giornaliera consigliata di ben 182 volte (la dose più piccola rilevata era di 27 mg);
- altri casi in Cina, dove le vittime consumavano 4,99 mg al giorno di selenio attraverso un'alimentazione a base di verdure.
La sintomatologia si caratterizza da:


- perdita dei capelli,
- nausea e vomito;
- caduta della unghie;
- irritabilità;
- lesioni cutanee;
- turbe del sistema nervoso.


I dati scientifici ci rassicurano sull'utilizzo di pillole per l'abbronzatura o eventuali integratori di altra natura ma ci offrono un monito sull'esagerazione e sulla moda tutta moderna delle integrazioni superflue.
Gli integratori andrebbero assunti solo se veramente necessari, per il resto il migliore integratore naturale rimangono gli alimenti, ecco quelli più ricchi di Selenio e ... buona abbronzatura!


- pesci e frutti di mare;
- interiora;
- carni magre;
- cereali e granaglie;
- prodotti lattiero-caseari;
- frutta e verdura.


Dott.ssa Pierantozzi -Dietista-

Richiedi la tua dieta "su misura" e la ricevi via mail!

Perchè seguire una dieta "da fame" per poi riprendere i chili persi? Il programma su misura non rallenta il metabolismo e annienta le probabilità di riprendere peso.  

Il programma nutrizionale "su misura" ha sempre più successo, ora è disponibile anche in modalità "online" e comprende:

- l'analisi della tua situazione attuale (giudizio sulle circonferenze vita e fianchi, giudizio su rapporto peso/altezza, definizione dell'obiettivo da raggiungere in termini di Kg da perdere con la dieta, raccolta informazioni utili alla stesura dei consigli nutrizionali, storia del peso...),
- l'accordo tra te e la dietista, sulla flessibilità del programma (frequenza dei pasti, luogo dei pasti, valutazione sull'inserimento di alimenti extra su richiesta, ad esempio un piccolo dolce dopo pranzo o dopo cena)
- la consegna del programma personalizzato entro 2 giorni lavorativi,
- il supporto via mail per tutta la durata del programma nutrizionale.

Perchè "su misura"
L'obiettivo ambizioso di questi programmi nutrizionali è cucire sulla persona uno stile alimentare sano che possa essere mantenuto per tutta la vita; lo stile nutrizionale dietetico diventa un abito cucito direttamente su ogni singolo individuo, così facendo il dimagrimento avviene con serenità senza rallentamenti metabolici tanto frequenti in chi segue diete troppo ipocaloriche.
Il programma è studiato inoltre per garantire risultati visibili immediati (2 chili in 10-15 giorni) e duraturi nel tempo, con preservazione della massa magra e riduzione selettiva della massa grassa.
I pasti sono organizzati in modo tale da rendere semplice la gestione della tua giornata alimentare, anche fuori casa.
Il supporto via mail (Coaching gratuito) servirà anche da "guida" per la gestione di alimenti a rischio calorico come pizza, gelato, dolci in genere.

Solo il paziente "informato" sarà in grado di applicare i "segreti del dimagrire" in maniera consapevole, rendendo il programma efficiente anche nel lungo periodo!

Per ordinare il tuo programma personalizzato o per ricevere una consulenza nutrizionale gratuita  contattami via mail all'indirizzo dietistapierantozzi@libero.it e compi il primo passo verso il tuo peso forma!

mercoledì 13 giugno 2012

Dieta Dukan

Sempre dopo la "mediteranea" è la dieta più cliccata in Italia, promette di perdere chili velocemente al costo di rallentare il metabolismo, affaticare l'apparato renale e predisporre a carenze vitaminiche, soprattutto vitamine del gruppo B.

Analizziamo le fasi principali del programma:

- astensione da tutti gli alimenti tranne carne bianca, pesce, latte magro, crostacei, affettati magri; (Durata: dai 3 ai 10 giorni);
- si reintroducono alcuni legumi e fonti vegetali come pomodori, cetrioli, insalata; (Durata: fino al raggiungimento del peso forma)
- il mantenimento consiste nel reintegro (2 volte a settimana) degli amidi, quindi pasta e riso per poi terminare con il reinserimento di tutti gli alimenti non concessi (pizza, dolci alcool insomma tutto).


Quali sono i vantaggi della dieta Dukan? O meglio "quale"?
 perchè non mi dispiace dirlo ma ce n'è solo 1

La perdita veloce di peso nelle prime settimane

La critica che esploderebbe nella testa di ogni singolo professionista esperto di nutrizione sarebbe:

perdita notevole di chili nel breve periodo -> perdita eccessiva di massa magra -> rallentamento del metabolismo -> ripresa eccessiva di massa grassa nella fase di mantenimento

La fase "a rischio" è proprio nella fase di mantenimento, perchè il gentile Sig. Dukan sottovaluta un aspetto molto importante della perdita di peso, l'educazione del cliente ai segreti del mantenimento del peso.
Nelle prime fasi è semplice perdere peso perchè si eliminano dalla tavola tutti gli alimenti calorici e ricchi di carboidrati, ma nella fase di mantenimento? Vengono reinseriti e consumati come si faceva prima della dieta Dukan? Chi si occupa di educare il cliente e informarlo sull'atteggiamento da assumere quando, raggiunto il peso forma, tornerà a consumare pizza e dolci?
Le abitudini alimentari che hanno portato al sovrappeso/obesità torneranno così a prendere il sopravvento senza una guida, senza consapevolezza, si tornerà nella pratica a fare errori che riporteranno inevitabilmente alla situazione iniziale, se non ad una situazione peggiore.

Il cliente, deve invece affrontare insieme all'esperto un programma di dimagrimento di cui impara gradualmente a conoscere tutti i segreti! segreti preziosi che saranno utili una volta terminato il programma e raggiunto il peso forma, che non solo verrà più facilmente mantenuto grazie all'educazione del cliente ma (se gli amidi vengono solo ridotti, quindi non eliminati, e le calorie non sono "da fame") anche grazie alla preservazione della massa magra, dalla quale deriva il nostro consumo calorico e la velocizzazione del nostro metabolismo!

Cercate sempre di velocizzare il metabolismo e imparare dai professionisti i segreti del mantenimento, senza questi il mantenimento resta illusione!


E tu? hai provato il programma Dukan? scrivi della tua esperienza!

giovedì 7 giugno 2012

Dimagrire

Perdere peso significa tradurre nella realtà una forte spinta emotiva verso l'obiettivo "peso forma",  questa volontà è come una piantina che deve per forza essere annaffiata per continuare a vivere, l'acqua che serve per dimagrire veramente è l'informazione.
Il compito dei dietisti non è solamente consegnare al cliente uno schema nutrizionale ma guidarlo in un percorso lungo il quale gli verranno insegnate tutte le tecniche e i trucchi del "restare in forma", tecniche preziose che gli consentiranno di mantenere il peso forma e i risultati raggiunti anche dopo l'abbandono dello schema precedentemente adottato.

Fatta questa doverosa premessa ....ecco i trucchi per il "mantenersi in forma" senza diete sottomano!

Dritta numero 1
Conteggia con i cucchiaini da the/caffè, l'olio con il quale cucini e quello che utilizzi per condire i pasti (di media, quindi per soggetti con vita tendente al sedentario, si consigliano 8-10 cucchiaini per la donna, 12-14 per gli uomini); 

Dritta numero 2
Limita i dolci e lo zucchero sia da solo che nelle bevande zuccherate (succhi di frutta, bevande gassate);

Dritta numero 3
La pasta e il pane non vanno mai assunti nello stesso pasto (si consiglia la pasta a pranzo e il pane a cena);

Dritta numero 4
Il vino rosso a cena predispone all'eccesso calorico e glucidico, max mezzo bicchiere per la donna - 1 per l'uomo;

Dritta numero 5
Fai sempre colazione, e lo spuntino di metà mattina perchè stimolano il metabolismo (es. mezza fetta di pane con affettato magro, frutto, yogurt da latte parz.scremato, barretta tipo enervitzona)

Dritta numero 6
Attenzione alla pizza, assumila una volta a settimana oppure a metà mattina (magari quella senza mozzarella del fornaio) dimezzando poi la pasta a pranzo, stesso atteggiamento dovrebbe essere assunto quando capita di esagerare con alimenti troppo zuccherini.

Dritta numero 7
Abbina a tutti questi consigli l'incremento della tua attività fisica giornaliera (es. fare le scale invece di prendere l'ascensore, andare a lavoro con i mezzi, fare delle passeggiate veloci in bici, fare potenziamento muscolare in casa ...)



Ora hai sufficienti informazioni e dritte per cominciare a dimagrire! 


Se questi consigli ti sono stati utili posta un commento e fammi sapere come!

mercoledì 6 giugno 2012

I vegani e la vitamina B12

Chi non ha mai sentito parlare dei seguaci del veganismo, i vegani per l'appunto, sostenitori dei principi e praticanti di uno stile alimentare basato sulla completa astensione da tutto ciò che è di derivazione animale; via quindi latte e derivati, uova, carni e pesce; ma tutto questo è veramente equilibrato nutrizionalmente parlando? si rischiano carenze? Quali sono i risultati scientifici di studi che hanno paragonato la dieta vegana alla dieta mediterranea e vegetariana?

Innanzitutto chiariamo le differenze sostanziali tra i diversi stili alimentari:
- dieta mediterranea (non esclude nessun alimento) si basa su un'assunzione pari a 5 porzioni di frutta e verdura per poi lasciare spazio ad alimenti come carni bianche, rosse (limitatamente), vino rosso, carboidrati integrali, uova, latte e derivati;
- la dieta latto-ovo-vegetariana, si basa sull'esclusione di carni e pesce ma include alcuni alimenti prodotti da animali come il latte, le uova e i rispettivi derivati.
- la dieta vegana, esclude anche uova, latte e derivati.

I principi-base della dieta latto-ovo vegetariana e di quella vegana sono gli stessi:
- rispetto per gli animali;
- alimentazione sostenibile e quindi rispetto ambientale;
- scelta salutistica (astensione da carni e derivati). 

La domanda è: l'astensione completa dei vegani dagli alimenti di origine animale è veramente salutare?

Una delle critiche più frequenti, mosse al regime alimentare vegano è quella che riguarda la carenza della Cianocobalamina anche conosciuta come Vitamina B12, contenuta in tutti gli alimenti di origine animale, totalmente esclusi nella dieta dei vegani.
Ecco alcuni effetti da carenza di questa vitamina:

- anemia megaloblastica (incremento del numero e della dimensione delle cellule precursori dei globuli rossi);
- iperomocisteinemia (incremento omocisteina che assume, ad alti livelli, attività neurotossica e ruolo di vasculotossina - > incremento rischio cardiovascolare con aumento del rischio di ictus trombotici, occlusioni vasali periferiche, attacchi di cuore);
- rallentamenti nelle sintesi del Dna;
- sintomatologia neurologica (parestesie, confusione, perdita della memoria, psicosi, allucinazioni, perdita della sensazione della posizione)


La sintomatologia neurologica è caratteristica della carenza da vitamina B12, mentre l'anemia megaloblastica è segno comune di carenza che riguarda anche l'acido folico; la supplementazione con acido folico infatti può risolvere l'anemia ma non i sintomi neurologici che vanno peggiorando se non si interviene con integrazione di cianocobalamina.

Quanto tempo occorre prima che si manifestino i sintomi da carenza?

Molto tempo in termini di anni per i vegetariani, decine di anni per gli onnivori.
Il nostro organismo è capace di riutilizzare la vitamina B12 conservandone fino al 100% dei depositi, studi su vegetariani hanno dimostrano bassi livelli dei marker ma non carenze effettive, solo i soggetti con malassorbimento intestinale, problematiche epatiche, pancreatiche, o gastriche (tutti organi coinvolti nel percorso di assorbimento e ricircolo della vitamina) andavano incontro a carenze nel giro di 1-3 anni; pensiamo poi che anche la flora batterica intestinale è capace di sintetizzare la vitamina.

I vegani che non hanno problematiche all'apparato digerente possono stare tranquilli?

I vegetariani che non eliminano uova, latte e derivati assumono comunque piccole quantità di vitamina, mentre i vegani escludono dalla loro alimentazione tutte le fonti alimentari, uno studio del Journal of clinical nutrition del 2010 eseguito su 689 uomini ha dimostrato la carenza della vitamina nel 55% dei vegani, contro il 7% dei vegetariani e il solo soggetto tra gli onnivori, questo dimostra che un'integrazione della vitamina debba comunque essere presa in considerazione per i soggetti vegani, per escludere una possibile situazione carenziale (dose orale da 1 microgrammo o assunzione di alimenti fortificati). Anche altri studi concordano sull'importanza dell'assunzione di sufficienti quantità di prodotti animali nell'alimentazione quotidiana.

*Info fabbisogno: dai dati disponibili emerge che i non vegetariani assumono giornalmente 5-10 microgrammi di vitamina, il fabbisogno giornaliero raccomandato è di 2 microgrammi al giorno.

martedì 29 maggio 2012

Le ricette della cucina molecolare

Una review scientifica dell'American Chemistry Society affronta il fenomeno della cucina molecolare, una svolta nel mondo culinario che prevede l'unione tra scienza e gastronomia utilizzando i principi della prima per la maggiore resa della seconda, tutto a favore degli amanti della tavola e delle novità culinarie.
Le conoscenze scientifiche attuali sulle reazioni molecolari durante la cottura, sul risultato molecolare e significato olfattivo di certi abbinamenti alimentari ha portato la chimica degli alimenti nelle più importanti cucine del mondo al servizio dei più importanti chef.

Tra i più famosi ristoranti pionieri della cucina molecolare abbiamo l' "El Bulli" spagnolo e il "The fat Duck" inglese dove gli chef, Ferran Adrià (sinistra) e Heston Blumethal (destra) trasformano in realtà i concetti della cucina molecolare
Eccoti un assaggio, purtroppo solo visivo delle creazioni culinarie nate dal concetto molecolare clicca qui
Purtroppo il ristorante spagnolo è stato nel 2010 chiuso dallo stesso chef (anche proprietario) e trasformato in una fondazione-accademia culinaria lasciando con l'amaro in bocca molti suoi clienti e fans.

Alcuni aspetti pratici ...
L'adattamento : 
i piatti della cucina molecolare mirano ad far sì che gli stimoli cerebrali dovuti al gusto siano sempre attivi, pensa a quando ti capita di lasciare cibo nel piatto perchè semplicemente sei assuefatto da un unico sapore che si ripete identico ad ogni boccone. Questo piatto del Fat Duck è il risotto cauliflower, una delle ricette ideate al fine di evitare totalmente l'adattamento al gusto: tra gli ingredienti cioccolato, cavolfiore, zucchero invertito, citrato di sodio, idrocolloide naturale chiamato Gellano, acqua deionizzata, sale ... laboratorio di chimica o cucina e fornelli? questa è la cucina molecolare!

Il sapore e la temperatura
Ricavare un certo sapore controllando la temperatura è un altro dei meccanismi della cucina molecolare, ecco il variare del contenuto di diverse molecole odorose del basilico in base alla temperatura (15 e 15 gradi centigradi).











La chimica nella consistenza
Sferificazione 

Come utilizzare la chimica per creare croccantezza o morbidezza nei piatti che cuciniamo?
Ecco un assaggio su come rendere sferico un liquido semplicemente utilizzando l'Agar Agar, prodotto venduto in tutte le farmacie più fornite.

Applicazione alla dietetica, la frittura senza olio

Il Glucosio frigge a 160 gradi regalando gli effetti della frittura, ma senza olio, il problema della dolcezza dovuta all'utilizzo del Glucosio viene superato con l'utilizzo di foglie di porro con le quali avvolgere il prodotto, ad esempio il pesce.
Ecco un link di questa metodica utilizzata in questo caso sulle frittelle Clicca qui

Bon appetit!

mercoledì 23 maggio 2012

Integratori e vitamine

Quante volte ti sei chiesto se l'integratore vitaminico che assumi sia realmente efficace, o se assumere troppi integratori contemporaneamente faccia male o possa causare carenze!
A tal proposito traduco per te una riflessione scientifica sugli studi scientifici presenti in letteratura, l'articolo pubblicato nel 2011 sull' "American Journal of Clinical Nutrition" riflette su rischi e benefici dei supplementi multivitaminici. Buona lettura!

La scoperta di ogni singolo micronutriente e le continue scoperte scientifiche sullo specifico ruolo preventivo e salutistico ha portato ad un ingrandimento su larga scala del mondo degli integratori, la comprensione sempre maggiore del mondo delle molecole contenute nei cibi che assumiamo, ha portato all'utilizzo sempre più "modaiolo" dei supplementi vitaminici, spesso schiavi di un'informazione a metà che esalta i pregi nascondendo i potenziali rischi dell'integrazione di tali sostanze.
Si pensi ad esempio alla vitamina A, tutt'altro che innocua in caso di eccesso definibile come pari a 10/100 volte la dose raccomandata; tra i danni più gravi: effetto teratogeno sul feto, disturbi permanenti dell'apprendimento della prole, vomito ricorrente, epatomegalia ..., viene infatti venduta sotto forma di "carotenoidi provitamina A" certamente più sicuri rispetto alla forma vitaminica finale.

Durante un'importante conferenza sullo stato delle conoscenze scientifiche del 2006, il National Istitute of Health ha dichiarato i risultati di lunghe ricerche scientifiche effettuate su integratori contenenti vitamine e sali minerali, ecco le conclusioni:

- la combinazione di calcio e vitamina D sarebbe utile nell'incrementare la densità ossea e ridurre il rischio di fratture nelle donne in menopausa;
- studi sulla vitamina D dimostrano una significativa riduzione della mortalità ad una dose media giornaliera di 528 Unità Internazionali (UI).
- esistono evidenze sulla riduzione del rischio di cancro alla prostata, polmone, cancro rettale grazie a integrazioni di Selenio;
- la vitamina E si dimostra utile nel ridurre il rischio cardiovascolare nelle donne e di rischio "cancro" negli uomini fumatori;
- studi su Niacina, Folati, Riboflavina, e vitamine B6 e B12 non hanno dimostrato effetti benefici sulla riduzione del rischio di patologie croniche;
- non ci sono sufficienti evidenze per la raccomandazione di integrazioni di beta-carotene;
- dosi elevate di Vitamina E (400 Unità Internazionali al giorno per un anno su 135000 individui) sembrerebbe incrementare tutte le cause di mortalità ( 5% di rischio in più ).

Secondo questa review scientifica sarebbe meglio non abusare dell'utilizzo di integrazioni, a meno che non ci si trovi in situazioni che ne determinano l'effettiva necessità:
- gravidanza (incremento del fabbisogno dei nutrienti, necessità di integrazione di acido folico per la prevenzione della spina bifida);
- anemie carenziali;
- situazioni patologiche che ne determinano la necessità (es. malassorbimento intestinale);
- stato carenziali rari di vitamine.

Il potere sinergizzante dei nutrienti 
Accade spesso che un micronutriente venga assorbito in misura maggiore o minore a seconda della composizione del pasto, alcuni esempi:

- Il ferro viene assorbito in  misura maggiore se alla carne di cavallo (uno degli alimenti che ne contengono di più) viene aggiunto il succo di limone (vitamina C);
- La vitamina C in un peperone è più attiva rispetto a quella assunta con integratori (motivazione ancora sconosciuta al mondo scientifico).

Nel mondo moderno e industrializzato, dove la varietà del cibo da assumere è garantita non si ha necessità di integrazioni vitaminiche, soprattutto alla luce dei più recenti studi scientifici che hanno rivelato un attività cancerogena di alcune molecole antiossidanti, addirittura (solo a certi dosaggi e tempistiche di assunzione)  anche dell'acido folico; tutto è ancora da dimostrare ma se fosse vero verrebbero stravolte le nostre conoscenze sugli antiossidanti e la loro attività contro lo stress ossidativo ed è proprio per l'incertezza e la mancanza di studi scientifici esaurienti sull'argomento che sarebbe meglio concentrarsi sulla varietà della propria alimentazione più che sulla varietà degli integratori in commercio.








mercoledì 16 maggio 2012

Vitamina D

Il rachitismo, manifestazione da carenza della vitamina, risultava conosciuto fin dal XVII secolo, la scoperta della vitamina D vera e propria avvenne però alcuni secoli più tardi, durante i primi anni del '900, quando Edward Mellanby, allevando cani in spazi chiusi e trattandoli con olio di fegato di merluzzo riusciva nell'impresa curativa del rachitismo; furono invece Hess e Weinstock a dimostrare che, lembi di pelle esposti al sole e dati come pasto a ratti rachitici si dimostravano essere la cura dalla malattia.

I dati sul cancro
A partire dagli anni '80 diventa sempre più articolato il pensiero scientifico sulla vitamina, della quale si scoprono altre attività biologiche oltre quella relativa al ruolo minerale, tali attività riguardavano le cellule tumorali, la partecipazione al processo di secrezione dell'insulina, influenze sul sistema ematopoietico negli effetti di moltiplicazione e differenziazione cellulare.
Gli studi sul cancro sono oggi molto numerosi, una review scientifica del 2010 riassume tutti i dati a disposizione utili ad affermare la relazione tra la vitamina e la protezione dal cancro, il mondo scientifico come sempre ci va cauto sostenendo la necessità di ulteriori studi di conferma prima di attribuire alla vitamina questa importantissima funzione.
Una delle review più affidabili atta a confermare questa importante scoperta risale al  2008, una review eseguita  da IARC: i dati dimostrano che l'aumento della vitamina D3 (la forma più attiva della vitamina) risulterebbe associato ad una riduzione del rischio di sviluppo di adenomi e carcinomi dell'intestino.
Sempre secondo IARC ltri 4 studi sul cancro al seno dimostrano un rischio relativo pari a 0,85 (effetto protettivo) per ogni aumento di 25 nmol di vitamina per litro di siero sanguigno; no studio eseguito dalla Woman Health Iniziative, negli stati uniti ha sottoposto 36282 donne tra i 50 e i 72 anni non rivela invece nessuna correlazione tra supplementazione della vitamina e incidenza di cancro intestinale o al seno; ennesimo studio eseguito in Nebraska sostiene la riduzione dell'incidenza di cancro al seno ottenuta mediante integrazione di vitamina e calcio insieme.
Un'analisi del NHANES (American National Health and Nutrition Examination Survey) rivela un'elevata mortalità in soggetti con bassi livelli di vitamina D.

Fonti alimentari e Fabbisogno giornaliero
Il fabbisogno giornaliero raccomandato è di 5 microgrammi al giorno, che sale a 10 microgrammi nelle gravide, nelle donne in menopausa, nei soggetti anziani, nei bambini al di sotto dei 13 anni

Raccomandazioni nutrizionali
Il fabbisogno giornaliero viene facilmente soddisfatto con l'esposizione al sole, ma nei mesi invernali e con i vestiti a proteggere dai raggi solari soddisfare il fabbisogno è più difficile, ecco perciò le migliori fonti alimentari della vitamina:
- salmone
- aringa
- sardine
- olio di fegato di merluzzo
- prodotti fortificati (es. latte, cereali)

Quantità più ridotte si trovano in
- uova
- vitello
- manzo
- oli vegetali

Fonti bibliografiche:

The Role of Vitamin D in Cancer Prevention, 
Does UV Protection Conflict With the Need to Raise Low Levels of Vitamin D? 
Hajo Zeeb, Rüdiger Greinert 2010

Dtsch Arztebl Int 2010; 107(37): 638–43DOI: 10.3238/arztebl.2010.0638


Attualità in nutrizione settima edizione, Piccin