giovedì 29 marzo 2012

Potenziamento muscolare? miracoloso per le donne

Molte vole mi accade di rilevare una perdita di massa magra in donne che si alimentano in maniera adeguata e contemporaneamente si buttano a capofitto nella tanto acclamata attività aerobica proprio col fine di perdere l'adipe depositato sui fianchi. Ma perchè questo paradosso?      

                  L'attività fisica riduce il metabolismo basale?

La risposta può benissimo essere, a seconda della distribuzione dell'adipe e dell'attività fisica svolta...
SI 

Tutto dipende dalla diversa conformazione fisica tra donna e uomo, la donna (ovviamente la vita delle donne è sempre più complicata, ovvio) ha una deficienza biochimica che è quella di avere meno emoglobina rispetto all'uomo, molecola trasportatrice dell'ossigeno nel sangue. Perciò risulta di per sè svantaggiata nell'attività aerobica perchè la muscolatura va facilmente in debito di ossigeno producendo acido lattico, e cosa fa l'acido lattico? Causa un peggioramento dello stato infiammatorio tipico della cellulite.

Sempre più studi scientifici dimostrano che l'attività fisica dev'essere calibrata a seconda del sesso e non solo, anche a seconda della distribuzione dell'adipe.

  1. Perciò donne con l'adipe localizzato sull'addome (adiposità "a mela" definita tecnicamente "androide", perchè tipica dell'uomo) si consiglia un un esercizio fisico di tipo misto, ossia composto da esercizi aerobici calibrati in modo tale da non accelerare troppo il battito cardiaco (per la problematica "emoglobina") seguito da esercizi di potenziamento muscolare che descriverò più in basso.
  2. Per la maggior parte delle donne che invece accumulano le adiposità sui fianchi (adiposità "a pera" definita "ginoide" appunto perchè tipica delle donne), i migliori personal trainer consigliano il potenziamento muscolare che, quando riguarda gli arti superiori può essere simile all'allenamento maschile, mentre quando riguarda gli arti inferiori dev'essere basato su esercizi con carichi relativamente pesanti da eseguire per poche ripetizioni (8-10), è stato dimostrato che donne che fanno pesistica sono esteticamente più giovani rispetto alle coetanee!. 



Il video mostra come eseguire correttamente gli sqat, anche a casa, uno degli esercizi di potenziamento muscolare consigliati in genere per entrambe le tipologie di donne; altri esercizi sono visibili ai seguenti link...











Sempre per lo stesso tipo di distribuzione adiposa ("ginoide") la ginnastica propriocettiva e lo streching assumono un ruolo molto importante, soprattutto se si hanno anche problemi di circolazione agli arti inferiori e cellulite. Lo stretching aiuta ad impedire la retrazione muscolare, che peggiorerebbe gli inestetismi della cellulite, e a definire esteticamente gli arti inferiori.

La ginnastica propriocettiva è finalizzata al miglioramento della circolazione, purtroppo l'unico video che ho trovato non è dei migliori, ma ve lo mostro ugualmente, nella pratica sono esercizi di perdita e riacquisto di equilibrio che hanno l'effetto di aumentare la velocità dei riflessi muscolari che devono immediatamente riportare il corpo nella posizione iniziale. Ovviamente avere al proprio fianco un personal trainer rende tutto più semplice :).

Da non sottovalutare anche la qualità del sonno, per impedire la secrezione di cortisolo che aumenta la ritenzione di liquidi.


Bene donne allora tutte in tuta! 
Risolto il dilemma si inizia a perdere centimetri!

mercoledì 28 marzo 2012

Mac Donald? No grazie


Gli effetti epatici e cardiocircolatori dei prodotti Mac Donald in un esperimento eseguito da un uomo al fine di poter attaccare legalmente la famosa catena di ristoranti...

La dieta che cambia le preferenze alimentari?

Dal recentissimo studio di Obesity 2011...

...i programmi nutrizionali sono veramente in grado di influire sugli episodi di "Craving" (volontà estrema di un particolare cibo alla quale non si riesce a resistere), sull'appetito e sulle preferenze alimentari? E' proprio  questa la domanda alla quale hanno cercato di dare una risposta gli autori dello studio.

Prima però una premessa sul Craving, questo fenomeno è molto frequente, si manifesta dal 58% al 97% degli adulti del Nord America e Nuova Zelanda, fino ad arrivare a 2-4 episodi settimanali; gli episodi di "craving" possono peggiorare la situazione di donne con diagnosi di bulimia nervosa e influiscono comunque sull'Indice di Massa Corporea dei Diabetici di tipo 2 e, quando riguardano specificatamente alimenti molto grassi, sul favoreggiamento dell'obesità.

Non solo, ovviamente sono anche connessi all'abbandono di programmi nutrizionali ipocalorici, sebbene in alcuni studi la scienza dichiari che siano proprio questi ad aumentare l'incidenza del Craving.

Secondo lo studio gli schemi nutrizionali ad alto apporto proteico e a ridotto apporto di carboidrati risulterebbero avere un effetto "saziante" sull'individuo a dieta e promettono oltretutto più probabilità di perdere peso rispetto a tutti quegli schemi a ridotto apporto di grassi.
Gli autori vogliono proprio dimostrare questa ipotesi, ancora non confermata dal mondo scientifico.

270 partecipanti obesi seguiti per 2 anni e mezzo; 134 vengono sottoposti  ad uno schema nutrizionale a ridotto apporto di carboidrati e 136 ad un altro a ridotto apporto di grassi.

I risultati?

- Per la maggior parte dei soggetti che avevano ridotto i carboidrati gli studiosi hanno notato una riduzione del "craving" per i prodotti del fast food e dolciumi, in misura maggiore negli uomini rispetto alle donne.
- la diminuzione della sensazione di fame è avvenuta per entrambi i gruppi al dodicesimo mese, in misura maggiore per gli uomini;
- La perdita di peso è stata del 7.8%, 11.3%, 10.6%, 9.0% e 7.2% in corrispondenza del mese num. 3, 6, 12, 18, 24  senza differenze significative nei due gruppi.

Si conclude che se confermato da altri studi scientifici, lo schema dietetico a ridotto apporto di carboidrati sarebbe più semplice da seguire proprio perchè favorirebbe l'aderenza al programma riducendo le voglie di cibi ad alto apporto calorico, entrambi i percorsi hanno comunque ugualmente avuto successo nel ridurre il peso corporeo.

Sarebbe stato interessante studiare anche i cambiamenti a livello di composizione corporea per capire se uno dei due gruppi avrebbe perso più massa grassa rispetto all'altro, per il momento non abbiamo risposte. Comunque, anche se non ha valenza scientifica, dall'esperienza in studio ho potuto notare un' efficienza particolare dello schema a ridotto apporto di carboidrati nella perdita selettiva della massa grassa confermando anche l'aderenza al programma. Aspettiamo quindi nuovi risvolti chiarificatori :).

giovedì 22 marzo 2012

Pangasio si, Pangasio no!

Già è  proprio questo il problema, un pesce ormai molto diffuso nei supermercati ma ancora poco conosciuto.Arriva dal Vietnam dove le condizioni igieniche lasciano a desiderare ma anche l'INRAN Istituto nazionale di ricerca sugli alimenti e la nutrizione tranquillizza tutti analizzando dei campioni nei supermercati italiani, sembra che appunto a causa della sua origine sia soggetto a moltissimi controlli.
L'origine comunque lo fa costare molto poco, anche a causa delle sue veloci fasi di crescita e riproduzione.
E dal punto di vista nutrizionale? Vale la pena fidarsi quando il valore nutrizionale è dei migliori, ma nel Pangasio, a parte il prezzo non sembrano esserci altre motivazioni all'acquisto.
Il sapore non è forte quindi adatto al palato dei bambini ma il contenuto di omega3 è di molto inferiore a quello di altre specie come le spigole, le trote, lo sgombro, il salmone, le alici ecc...
Se il contenuto di omega3 e quindi di acidi grassi nobili ci spinge a svuotare un pò più le tasche perchè non pensare alla salute e spendere qualche euro in più invece di acquistare un prodotto che a favore della salute  fa ben poco (contiene quasi esclusivamente grassi saturi, dello stesso tipo di quelli d'origine animale) e oltretutto è di origini alquanto "infette"? 
Vi riporto anche un video andato in onda durante la trasmissione televisiva "Report".


mercoledì 21 marzo 2012

Le ricette del mangiare sano: uova in purgatorio

A Napoli le chiamano ova 'mpriatorio, dall'albume bianco associato alle anime che tentano di liberarsi dalle fiamme dell'inferno; le uova rappresentano un alimento economico e molto nutriente.
Questa cena così composta soddisfa da sola il fabbisogno giornaliero di :

- vitamina C;
- Acido folico;
- Vitamina A;
- Vitamina E;
- Fosforo.

Soddisfacendo contemporaneamente il 50% del fabbisogno giornaliero di fibra (per lo più del tipo insolubile indicate quindi per la riduzione del colesterolo e trigliceridi).
La ricetta inserita in un regime alimentare che non superi il fabbisogno calorico giornaliero contribuisce alla riduzione del rischio da patologie cardiovascolari e patologie infiammatorie dell'intestino svolgendo inoltre attività preventiva sui tumori.

Ecco gli ingredienti (a persona):    in tutto la ricetta apporta 540 Kcal (adatta agli schemi nutrizionali dalle 1400 Kcal alle 1900 Kcal ma adattabile anche a schemi con apporto calorico inferiore e superiore).

Per le uova
- 2 uova intere;
- 1 cucchiaino di olio extra vergine;
- 200 gr di passata di pomodoro;
- cipolla e aglio (meglio se l'aglio sia tagliuzzato, in questo modo l'attività antitumorale viene potenziata);
- sale, pepe, prezzemolo e basilico.

In una padella soffriggere la cipolla ed uno spicchio d’aglio. Aggiungere poi i pomodori pelati e far cuocere la salsa per una decina di minuti a fuoco lento. Salare e pepare. A questo punto praticare nella salsa dei piccoli incavi che accoglierano le uova. Rompete dentro questi incavi le uova e far cuocere a tegame coperto un’altra decina di minuti a fuoco moderato. Attenzione a non far fuoriuscire le uova dagli incavi, la salsa non deve bollire troppo intesamente. A termine della cottura il bianco dell’albume deve risultare bello sodo, mentre il tuorlo deve restare morbido. Decorare con basilico o prezzemolo. (dal blog napoletano verace Portanapoli)

Come accompagnamento
- 200 gr di broccoli come contorno;
- aglio;
- 1 cucchiaino di olio extra vergine;
- 100 gr di pane integrale.


Benessere & Intestino

Dalla recente revisione scientifica del 2011 (Intestinal microbiota in human health and disease: the impact of probiotics - Jacoline Gerritsen et al. Genes Nutr)

Gonfiore? Alterazioni dell'alvo? Crampi addominali?
Negli ultimi decenni, il progredire delle conoscenze scientifiche mette in luce sempre più la consapevolezza che per essere in salute bisogna curare fattori apparentemente invisibili ma fondamentali nel mantenerci in salute e tra questi soprattutto la nostra flora batterica.
Quanti sanno che la flora batterica è costituita da 1 milione di miliardi di cellule, e quindi da un numero di cellule superiore a quelle del nostro corpo?
La flora batterica non è solo quella intestinale ma è rappresentata anche da quella della pelle, della zona orale, dell'apparato respiratorio, della zona genitale.
La flora intestinale svolge innumerevoli azioni utili alla nostra salute:

- sintesi di vitamine come la K, la vitamina B12 e l'Acido Folico;
- amminoacidi essenziali che l'organismo non è in grado di produrre;
- sintesi di acidi grassi a catena corta;
- ostacolo alla proliferazione di batteri dannosi;
- favoreggiamento della sensitività e della motilità intestinale;
- mantenimento di un sistema immunitario intestinale efficiente.

Secondo uno studio review del 2011 già nel 2007 erano state isolate e denominate 400 specie batteriche diverse facenti parte della flora batterica intestinale, ogni individuo porta nel suo intestino fino a 160 specie diverse, in più a seconda della zona specifica dell'intestino il numero di cellule incrementa passando da 10 (nel duodeno) a mille miliardi di cellule (nel colon).

La flora comunque è soggetta a continui mutamenti che possono essere dovuti a vari fattori causali:
- motilità intestinale (es. la stitichezza non è indice di una buona flora);
- assunzione di alcuni nutrienti (es. alimentazione priva di fibre e fermenti lattici);
- utilizzo di antibiotici e lassativi;

Nel 2011 la scienza ha dimostrato come la flora batterica possa influenzare malattie sistemiche come il diabete o l'ipertensione, effetti dimostrati sia sugli animali che sull'uomo (Kinross et al.2011)
Diversi studi del 2010 confermano ancora che allattare al seno permette ai neonati di sviluppare una flora batterica molto più ricca e variegata rispetto ai coetanei allattati artificialmente (i latti artificiali infatti riescono ad imitare ma non ancora ad essere di pari o superiore qualità rispetto al latte materno).

Nel 2002 la FAO e l'Organizzazione Mondiale della Sanità provvedono ad emanare linee guida per il corretto utilizzo dei probiotici, batteri che introdotti nell'ambiente intestinale provvedono alla correzione di eventuali alterazioni della flora batterica intestinale.


1. Assumere fermenti lattici a stomaco vuoto tutti i giorni (soprattutto dopo utilizzo di antibiotici o episodi di diarrea);
2. Assumere fibre insolubili quotidianamente da verdure, legumi e prodotti integrali;
3. Allattare i propri figli con latte materno.
4. Evitare l'utilizzo improprio di lassativi e antibiotici.






martedì 20 marzo 2012

Reflusso gastroesofageo

Quasi tutti nella vita abbiamo provato almeno una volta la sensazione di reflusso acido su per l'esofago, colpisce circa una persona su 3 .
Ma cos'è l'esofago?
L'esofago è un tubo lungo circa 30 cm che ha la funzione meccanica di condurre il cibo dalla zona orale alla zona gastrica, dove appunto continua il processo digestivo.
Per reflusso si intende la risalita di sostanze acide presenti nell'ambiente gastrico indietro su per l'esofago, ma questo avvenimento in sè non è causa di patologia anzi, è del tutto normale e fisiologico.
Quali sono i sintomi?
Quelli tipici sono tosse cronica, bruciore restrosternale, rigurgito (sensazione di acido in bocca, soprattutto al risveglio),
Ma quand'è che il reflusso diventa patologia?
La risposta sta nella frequenza, infatti un numero ripetuto di episodi di reflusso (almeno 1 quasi ogni giorno) deve coincidere con delle azioni diagnostiche e poi terapeutiche: la diagnosi avviene attraverso "Ph-metria", un sondino viene introdotto nell'esofago al fine di misurare (nell'arco di 24 ore) l'acidità della zona esofagea.
Il reflusso può essere dovuto ad ernie iatali (passaggio di una porzione di stomaco da sotto a sopra il diaframma), oppure dalla

Studi scientifici hanno dimostrato come il reflusso gastroesofageo riduca di molto la qualità della vita, soprattutto nelle donne la cui qualità della vita è di per sè più bassa rispetto a quella dei coetanei uomini. Può a lungo andare provocare infiammazione esofagea e ulcerazioni.

Ma come possono l'alimentazione e lo stile di vita ridurre il disturbo?
Gli accorgimenti sono i seguenti:
- risolvere eventuali condizioni di sovrappeso/obesità;
- evitare cibi troppo speziati e grassi (aumentano la permanenza del cibo nello stomaco);
- i pasti devono essere frequenti (3 pasti principali + 3 spuntini) e non abbondanti;
- non assumere alcool e caffè a stomaco vuoto;
- non fumare;
- evitare di lasciare lo stomaco vuoto per un lungo periodo di tempo.
- innalzare di 10 cm la testata del letto;
- evitare vestiti troppo stretti in vita.

Molto spesso però il disturbo non dipende dall'alimentazione perchè psicosomatico, ossia dovuto a situazioni  ansiogene o stressanti in questo caso la cura risiede nel dialogo con sè stessi e nella riacquisizione del proprio equilibrio interiore.

I farmaci che solitamente vengono prescritti sono gli inibitori della pompa protonica (produttrice di acido a livello gastrico) o antiacidi.

I rimedi naturali però sono, per esperienza personale e professionale, altrettanto efficaci: sono prodotti a base di bicarbonato che si vendono a basso costo in erboristeria, purtroppo non posso fare nomi di questi prodotti ma consiglio a chi soffre di reflusso di provare prima i rimedi naturali e poi i farmaci.

lunedì 19 marzo 2012

Essere obese e normopeso? Si può.

Viene chiamata Sindrome di De Lorenzo, dal nome dello scopritore italiano dell'Università Di Roma Tor Vergata, viene però anche detta "Sindrome delle obese normopeso".

Quali sono i tratti distintivi della sindrome?

- essere di sesso femminile;
- avere una massa grassa > 30 % del peso corporeo (quindi anche metabolismo basale inferiore alle coetanee dello stesso peso);
- un indice di massa corporea (BMI) nella norma;
- avere alterazioni del metabolismo lipidico (rapporto colesterolo tot / HDL alto, rapporto LDL/HDL alto, ipertrigliceridemia)
- pressione arteriosa medio-alta (130/85 mmHg)

Le conseguenze

Aumentato rischio di patologie cardiovascolari
Aumentato rischio di patologie infiammatorie croniche intestinali
Aumentato rischio diabete

Le cause

Predisposizione genetica (queste donne presentano polimorfismi genetici legati ad un aumentata presenza di citochine infiammatorie)
Stile di vita: alimentazione ricca di grassi e sedentarietà

NB: un'altra prova della necessarietà dell'analisi della composizione corporea per la valutazione selettiva della quantità di massa grassa, la bilancia molte volte non basta!

Anemia? Ecco le ricette consigliate

Peperoni ripieni
Lavate i peperoni, tagliate la sommità e privateli dell’interno e dei semi.Fate ammorbidire il pane raffermo in acqua, strizzatelo e sminuzzatelo. In una ciotola amalgamate la carne macinata, le salsicce private della pelle e sbriciolate, il pane raffermo, il parmigiano, le uova, lo spicchio d’aglio tritato e privato dell’anima, gli aromi e il sale. Tenete da parte due cucchiai di parmigiano. Riempite i peperoni con l’impasto ottenuto e poneteli in un teglia ben unta d’olio. In un tegame tostate il pane grattato e spolveratelo insieme col parmigiano rimasto sui peperoni.

Cuocete nel forno già caldo a 180° per circa 60 minuti controllando la cottura che varia a seconda della grandezza dei peperoni. Accorgimenti: per evitare che i peperoni si rovescino nella teglia perdendo il loro ripieno, metteteli ben vicini tra loro, o intervallateli con le sommità che avevate tolto.
Idee e varianti: per ottenere dei peperoni ripieni più saporiti, potete sostituire metà del parmigiano con altrettanto pecorino.(peperoni ripieni link)


Carne di cavallo in  pignatta
Spuntate e raschiate le carote; sbucciate le cipolle; mondate, lavate e tagliate a pezzetti il sedano. Tagliate la carne a pezzi e mettetela in un tegame di terracotta (pignatta) con le verdure, tutti gli aromi, la salsa di pomodoro, il peperoncino, poco sale, 2 dl di acqua e l’olio.  Mettete la casseruola su fuoco basso, portate a ebollizione e fate cuocere la carne lentamente per circa 2 ore, finché il sugo si sarà ristretto e la carne risulterà ben cotta. A cottura ultimata, potete servire la preparazione direttamente dalla pignatta, che la conserverà ben calda, o se preferite trasferirla nel piatto da portata con tutto il suo saporito intingolo. Carne di cavallo link


Straccetti di vitello in salsa di rucola
Taglia a listarelle le fette di vitello in modo da ottenere degli "straccetti". Pulisci la rucola, lavala e falla scolare. Tritala grossolanamente. Metti in una casseruola il burro e fallo sciogliere. Unisci lo scalogno tagliato a rondelle sottilissime e fallo appassire. Aggiungi la rucola e falla cuocere per tre minuti, mescolando spesso e facendo attenzione che non si bruci. Unisci la panna e continua la cottura per cinque minuti. Spegni il fuoco e condisci con sale e pepe bianco appena macinato, mescola bene e tieni al caldo. 
Intanto metti una padella antiaderente sul fuoco a fiamma moderata e fai scaldare leggermente l'olio extravergine di oliva. Quindi fai rosolare gli straccetti di vitello da entrambi i lati per 2 minuti. Poi versa il vino bianco e fallo sfumare a fiamma alta. Spegni il fuoco, spolverizza con sale e pepe bianco appena macinato e mescola. Sistema gli straccetti su di un piatto da portata e poi versaci sopra la salsa alla rucola calda. Servi in tavola. Accompagna con radicchio trevisano alla griglia. Straccetti vitello in salsa rucola


Rollè di vitello al latte
Qui ad ogni fase mostrano delle immagini, vi rimando quindi direttamente al sito web

Le vegetariane (da scienzevegetariane.it) 

Trenette al pesto
  • 1/2 Kg di linguine o trenette
  • 30 foglie di basilico freschissimo pulite
  • 3 spicchi d\'aglio
  • 1 bicchiere di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di lievito alimentare in scaglie
  • 30 gr. pinoli
  • sale
La ricetta tradizionale dice di pestare gli ingredienti in un mortaio, ma vi consiglio un metodo più veloce che offre ottimi risultati. Mettete nel freezer il bicchiere del frullatore e lasciatelo una mezz\'ora ben per farlo diventare molto freddo Mettete ora nel frullatore tutti gli ingredienti e azionate a velocità sostenuta per circa 1 minuto. Otterrete una salsa cremosa con cui potrete condire la pasta. E\' importante che la diluiate un poco, (va mentre lessate la pasta, con qualche cucchiaio della sua acqua di cottura, per renderla fluida al punto giusto.
Il pesto si conserva bene in freezer per qualche mese.

Riso e spinaci  (dosi x 6 persone)
  • 500 g di spinaci
  • 1.5 l brodo di verdura
  • 100 g riso
  • olio d'oliva
  • 1 cucchiaio di lievito alimentare in scaglie
Lavare e scottare gli spinaci, tritarli quindi grossolanamente e passarli nell'olio. Aggiungere il brodo e, quando bolle il riso, abbassare un po' la temperatura. A cottura ultimata, unire un cucchiaio di lievito in scaglie.


Patè di lenticchie 
  • 2 cipolle
  • 2 tazze di lenticchie cotte (e scolate)
  • 250 gr. di pane integrale secco
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • 1 pizzico di timo
  • 1 pizzico di coriandolo 2 foglie di alloro
  • 1 generosa grattata di noce moscata
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaio di burro di sesamo (tahini)
  • 1 cucchiaio di miso
  • 3 cucchiai di prezzemolo tritato
  • 1 bicchiere medio di porto o marsala secco
Tritate le cipolle e fatele dorare a fiamma medie per 5/6 min in poco olio. Aggiungete il pane umido (che sara\' preparato in anticipo lasciandolo a bagno in acqua e porto o marsala secco per almeno un\'ora e, quindi, strizzato per eliminare l\'eccesso di liquido). Continuate a mescolare il composto, aggiungendo un po\' d\'acqua se necessario, e cuocete per 15 min. a fiamma medio-bassa. Aggiungete il timo, l\'alloro, il coriandolo, la noce moscata, sale e prezzemolo. Mescolate ancora sul fuoco, per 5 min.
Unite le lenticchie (precedentemente cotte con gli odori e ridotte a purea), mescolate ancora e chiudete il fuoco quando l\'impasto risultera\' molto pesante. Per ottenere un risultato raffinato, consiglio di passare il tutto al setaccio con un passaverdura, togliendo le foglie di alloro. E\' quindi ora di incorporare al composto il miso (ottimo quello di riso) e il burro di semi di sesamo (conosciuto come thain) e mescolare ancora per 5 min.
Versate il tutto in una pirofila leggermente oliata (ottima quella rettangolare comunemente usata per il plum-cake) e mettete in forno caldo per 40 min. a 250 gradi. 


Importante
Al fine di potenziare l'assorbimento di Ferro, abbinare fonti di vitamina C, es. succo d'arancia, succo di limone, peperoni, rucola, broccoletti di rapa, prezzemolo, radicchio verde, piselli...
Buon appetito ! 

venerdì 16 marzo 2012

La dieta alcalina del Dott.Young

Forse la conoscete già, la dieta "miracolosa" del Dott. Robert O. Young (biologo, scrittore, con laurea in nutrizione), un programma nutrizionale basato su questo concetto:

"Il pH alcalino libera dalle malattie e dona longevità, il pH acido è invece fonte di tumori, malattie infiammatorie ..."

Un concetto che non è del tutto falso, ma nella trattazione di Young portato troppo all'estremizzazione, perchè già definendo un programma nutrizionale come "miracoloso" si fa dell'estremismo.
La maggior parte delle patologie del nostro secolo ha origine multifattoriale, ciò significa che tutto innanzitutto poggia sul favore/sfavore dei nostri geni al quale si sommano lo stile di vita (attività fisica e alimentazione) e i fattori ambientali (es. inquinamento), sarebbe stupendo curare le malattie correggendo uno solo di questi fattori ma innumerevoli studi scientifici non lo dimostrano purtroppo.

Quindi imputare al solo pH sanguigno ogni malattia rimane solo un'ipotesi non verificata e per giunta riduttiva rispetto alla vasta complessità del nostro organismo.
Alcune assunzioni del libro poi lasciano il mondo scientifico un pò scettico:

"i batteri possono mutare in lieviti, i lieviti in funghi ed i funghi in muffe" (par 2.6, pag. 23) e anche che "...i globuli rossi possono modificarsi e rimodificarsi in qualsiasi tipo di cellule di cui il corpo necessita" (par 2.6, pag. 23). Da ciò deriva l'importanza di osservare il sangue in vivo per vedere in una sola goccia "microrganismi cristallizzati, micotossine, colesterolo, metalli, grassi non digeriti e molte altre cose"…

Secondo le indicazioni della dieta alcalina eliminare i cibi acidi vorrebbe dire seguire una vera e propria dieta vegana, senza carne, pesce, uova nè latticini, dieta che secondo ultime verità scientifiche ("The China Study" del Dott. Campbell) viene consigliata come stile alimentare compatibile con una salute duratura.

Sebbene quindi alcune teorie di Young siano più intuizioni e per nulla scienza, una dieta vegana viene comunque sempre più sostenuta dai maggiori esperti mondiali di nutrizione e potrebbe salvarci dalle più diffuse patologie del mondo moderno, tra le quali quelle cardiovascolari e tumorali nonchè risolvere molte problematiche legate alla sostenibilità ambientale.

giovedì 15 marzo 2012

Post più cliccati



Il podio 

1. Il piatto del mangiare sano ti fa dire addio alle calorie;

2. Perdere peso;

3. Cornetto Wellness.

Perdere peso: Cocktails brucia grassi


Sinefrina e Efedrina figlie della stessa madre

La Food and drug amministration (FDA) non ha espresso pareri positivi riguardo queste sostanze, vietando l'utilizzo dell'Efedrina già nel 2004, nelle preparazioni di prodotti finalizzati alla perdita di peso. 
Non potendo più utilizzare l'efedrina le industrie produttrici cominciano ad utillizzare un'altra sostanza: la Sinefrina.
Sono sostanze spesso inserite in prodotti "bruciagrassi" ma come agiscono nello specifico?
Efedrina e sinefrina hanno una struttura chimica molto simile, e anche il meccanismo d'azione è simile (stimolazione del sistema nervoso simpatico per aumentare il consumo calorico), con la differenza che la Sinefrina agisce solo sui recettori beta 3-adrenergici del tessuto adiposo bruno (questo tessuto rappresenta solo il 10 % circa di tutto il nostro adipe, negli animali invece è più presente ed ha funzione di brucia grassi al fine di produrre calore, viene infatti stimolato in inverno ad esempio quando la temperatura in casa è intorno ai 19°), la sinefrina dunque sarà veramente efficace? Studi su ratti hanno dimostrato efficacia in termini di riduzione di peso e calo dell'appetito, sull'uomo invece no; inoltre i recettori correlati all'effetto brucia grassi sarebbero i beta 2 e non i beta 3.
Il Ministero della Salute canadese comunque ha già segnalato 16 gravi casi di effetti avversi cardiovascolari in soggetti che avevano assunto prodotti a base di sinefrina, associata spesso a caffeina e/o efedrina (CADRN 2004;14:3-4). Due pubblicazioni hanno segnalato anche reazioni avverse gravi (infarto del miocardio, accidenti ischemici cerebrovascolari) legate al consumo di integratori alimentari contenenti sinefrina (Ann Pharmacother 2004;38:812-6; Mayo Clin Proc 2005;80:541-5).
Gli effetti collaterali più gravi si verificano soprattutto a livello cardiovascolare e vengono potenziati dall'associazione di queste sostanze in singoli prodotti. Soggetti quindi inconsapevoli di questi effetti collaterali potrebbero incorrere in problematiche cliniche gravi qualora siano già affetti da ipertensione, patologie ormonali (alterazioni livelli cortisolo), patologie cardiovascolari preesistenti!

Morale: non affidatevi mai a cocktail che promettono cali di peso repentini, perchè nascondono quasi sempre sorprese. Le situazioni di sovrappeso possono essere corrette da schemi nutrizionali a ridotto apporto di carboidrati, in maniera molto più semplice e soprattutto molto più salutare!



Ricordo anche che il ministero della salute sconsiglia apporti giornalieri di sinefrina superiori ai 30 mg al giorno, mentre alcuni farmaci continuano a preparare miscugli con quantità maggiori.
Anche nei prodotti Herbalife, qualche anno fa, fu trovata l'Efedrina...chissà oggi quale sostanza avranno inserito nei loro prodotti.


mercoledì 14 marzo 2012

Caffè anticancro?

Ricerche italiane e altri 10 studi prospettici, sembrano confermare che un consumo moderato di caffè possa proteggere dal cancro epatico, riducendo il rischio del 30%; il caffè ristretto arriverebbe ad avere un effetto protettivo superiore, riducendo il rischio del 55%.
Gli studi sono stati effettuati nel Sud Europa e in Giappone, dove il consumo di caffè sarebbe meno diffuso.
Ma quali molecole nel caffè produrrebbero tale effetto protettivo?
Sicuramente i Polifenoli, molecole che svolgono un ruolo importante nel contrastare lo stress ossidativo, e alcuni costituenti che ostacolerebbero la crescita e la moltiplicazione delle cellule tumorali.

Come sempre la scienza ci va cauta e sono necessari altri studi che confermino la tesi già dimostrata da questi studi, per ora ci si limita ancora alla vecchia, sempre valida regola del "tutto un pò", anche per il caffè!

Fonti: www.eufic.org

martedì 13 marzo 2012

Sicurezza alimentare e bambini

Le Top Five dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per divulgare le regole-base dell' alimentazione sicura:

1. Igiene 
2. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti
3. Cuocere bene il cibo;
4. Conservare gli alimenti alla giusta temperatura;
5. Utilizzate solo acqua e materie prime sicure.



Il vademecum completo è disponibile qui http://www.who.int/foodsafety/consumer/5keys_italian.pdf

Ed ora una piccola info dall' FDA...

NEWS "Arsenico e succo di mela"

Secondo la Food And Drug Amministration, che insieme all'EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) si occupa della vigilanza sulla sicurezza degli alimenti il succo di mela, sulla quale sarebbe nato recentemente l'allarme "Arsenico", sarebbe invece sicuro da bere anche per i bambini. 
La FDA divulga tale notizia rassicurando la popolazione, precisando che ogni anno si effettuano numerosissimi test su prodotti come i succhi di frutta, soprattutto se destinati ai bambini.

Per tutti i succhi di frutta, soprattutto se destinati ai bambini, si consiglia di leggere le etichette dei prodotti, e controllare che il prodotto sia pastorizzato, e quindi sicuramente innocuo dal punto di vista batteriologico.

lunedì 12 marzo 2012

Radicali liberi e stress ossidativo


Premessa
Ogni giorno si combatte lo stress della vita quotidiana, ma esiste uno stress invisibile che può risultare molto più dannoso del primo, lo stress ossidativo.
I radicali liberi sono molecole che nascono dalle reazioni metaboliche del nostro organismo, che non provocano effetti dannosi a meno che i nostri sistemi di difesa cellulari non siano indeboliti da diversi fattori ambientali:

v  Fumo;
v  Diete sbilanciate;
v  Alcool;
v  Esercizio fisico intenso;
v  Raggi solari;
v  Inquinamento.

Lo stile di vita alimentare può causare l’aumento dello stress ossidativo attraverso due modalità d’azione:
1.    l’indebolimento dei meccanismi di difesa cellulari dai radicali liberi (carenze Vitaminiche e minerali di vit. C, vit. E, carotenoidi, acido folico, vit.B12, Selenio … );
2.    l’apporto esogeno di sostanze che aumentano la produzione di radicali liberi, ad es. l’assunzione di alimenti come carni rosse alla griglia, eccessivo apporto calorico, eccesso grassi animali.

Tutto questo abbinato ad un profilo genetico sfavorevole rappresenterebbe la base fertile per molti tumori e malattie cardiovascolari, come l’obesità infatti anche le più importanti patologie del secolo dipendono da una componente genetica e una componente ambientale (stile di vita, inquinamento, altre condizioni esterne es. radiazioni ), dato che ad oggi non si effettuano esami di routine sui nostri profili genetici la cura dello stile di vita rappresenta un fattore di prevenzione importantissimo.

Le regole da seguire per ridurre al massimo lo stress ossidativo:

-       Assumere quotidianamente alimenti finalizzati al soddisfacimento del fabbisogno giornaliero di unità ORAC (capacità di assorbimento del radicale ossigeno dell’alimento assunto) stimato intorno alle 5000 unità.
-       Soddisfare i fabbisogni giornalieri di tutte le molecole protettrici antiossidanti.

La scala ORAC nasce da un’iniziativa del dipartimento dell’agricoltura americano, e si è rivelata di grandissima utilità per la possibilità di quantificare l’assunzione di antiossidanti attraverso gli alimenti.

IMPORTANTE: bisogna considerare che il potere antiossidante dei cibi è tanto maggiore quanto più maggiore la freschezza dell’alimento, nel caso specifico dei vegetali, in particolare delle verdure a foglia larga come spinaci, cime di rapa, cavolo verde, si consiglia la scelta di prodotti surgelati e la cottura degli stessi al vapore, o al massimo in padella con aggiunta di acqua (tipo mantecatura).
Cinque porzioni al giorno di frutta e verdura apportano grossomodo 5000 unità ORAC, un quantitativo più che sufficiente per proteggersi dai radicali liberi.

Gli alimenti più ricchi di antiossidanti secondo la scala ORAC sono:
Succo di uva nera 1 bicchiere = 5216 unità
Mirtilli 1 tazza = 3480 unità
Cavolo verde cotto 1 tazza = 2048 unità
Spinaci cotti 1 tazza = 2042 unità
Barbabietola cotta 1 tazza = 1782 unità
More 1 tazza = 1466 unità
Prugne nere 3  = 1454 unità
Cavoli di Bruxelles cotti 1 tazza = 1384 unità
Succo di pompelmo 1 bicchiere = 1274 unità
Pompelmo rosa 1 = 1188 unità
Fragole una tazza  = 1170 unità
Succo di arancia 1 bicchiere = 1142 unità
Arancia 1 = 983 unità
Susina 1 = 626 unità
Patata arrosto 1 = 575 unità
Avocado 1 = 571 unità
Uva nera un grappolino = 569 unità
Peperone 1 = 529 unità
Kiwi 1 = 458 unità
Patata americana 1 =  433 unità
Fagiolini cotti una tazza = 404 unità
Cavolfiore cotto una tazza = 400 unità
Uvetta nera 1 cucchiaio = 396 unità
Cipolla 1 = 360 unità
Uva bianca 1 grappolo = 357 unità
Melanzana 1 = 326 unità
Mela 1 = 301 unità
Pesca 1 =  248 unità
Banana 1 = 223 unità
Pera 1 =  222 unità
Melone tre fette = 197 unità
Spinaci crudi 1 piatto = 182 unità
Albicocche 3 = 172 unità
Pomodori 1 = 116unità

I dati che scaturiscono da uno dei tanti studi scientifici del professor De Lorenzo, dell’Università Tor Vergata di Roma, scopritore della Normal Weight Obese Syndrome (sindrome delle obese normopeso), importante figura del panorama scientifico-nutrizionale odierno, dimostrano che i prodotti biologici aumentano la loro specifica potenza antiossidante attraverso un aumento delle unità ORAC rispetto ai rispettivi prodotti convenzionali:

es. Aglio biologico 3800 unità ORAC /100 gr - Aglio convenzionale 2500 unità ORAC/100 gr

Integratori di antiossidanti: potrebbero risultare necessari nei casi in cui non sia possibile correggere lo stile di vita, hanno però un’efficacia ridotta rispetto agli stessi alimenti, si pensa che questo sia dovuto ad interazioni benefiche tra diverse sostanze presenti nell’alimento stesso, interazioni ancora sconosciute al mondo scientifico.

Quel che sembra ormai certo è che:
il 25%  dei casi di cancro al colon-retto, il 15% di cancro alla mammella ed il 10% di cancro alla prostata, pancreas ed endometrio, potrebbe essere evitato aderendo alle indicazioni della dieta mediterranea [ Trichopoulou et al, 2000].